venerdì 1 aprile 2011

meet me in montauk

Ore 12:47, suona il campanello.
Ero appena rientrata a casa dopo una mattinata di shopping con M., esausta, ma soddisfatta.
Ho aperto la porta, e mi trovo lui davanti. Dem. Nonostante approfitti spesso ormai, del mio venerdì libero, non mi aspettavo di trovarlo. Infatti ha fatto una faccia stranita quando ha visto la mia espressione sorpresa. Non ha detto una parola, ed io ho fatto lo stesso. È entrato in casa, ha posato il suo cellulare sul tavolo del soggiorno ed ha iniziato a camminarvi lentamente intorno, passando la mano dalle lunghe dita ossute sul legno color ciliegio.
Era il posto dove... dove beh, insomma. Dove era successo quello che è successo.
Confesso che il fatto che stesse zitto, senza dire nulla, mi ha spaventata più del dovuto.
Sono rimasta all'impiedi, guardandolo. Aveva gli occhi vitrei puntati sul tavolo, e si muoveva con una lentezza esasperante, quasi innaturale.
« Siediti » ha detto all'improvviso, facendomi trasalire. Sono andata a sedermi sul divano, abbracciandomi le gambe. Lui si è seduto vicino a me.
« Come stai? »
« Erwh... bene, credo. Anzi, no. »
« Perché? »
« Perché... perché boh, tutti i sentimenti che provavo per... lui... stanno svanendo. »
Demetri ha sorriso. « È una cosa splendida! »
« No. Cioè. No, assolutamente! »
« Di chi è quella t-shirt? »
Dem sposta lo sguardo su una t-shirt che mi sta larghissima e che uso a mò di vestito, regalatami da Gianluca.
« Mia » gli dico « È il regalo di un mio amico. »
« Posso provarla? »
Annuisco e Dem si sfila la camicia viola, mostrandomi il torace. Non lo vedevo dal famoso giorno in cui ci... "unimmo", posso dire così?
Ammetto a malincuore di essere rimasta per un attimo a bocca aperta quando è rimasto senza vestiti. Insomma, non lo credevo così. Era una parte di lui che non conoscevo.
O che per meglio dire, non ricordavo.
Dem ha un corset dietro alla schiena. Il piercing, intendo. Anzi, i piercing. Non è che gli si addicano molto. Più che altro perchè ce li vedo di più addosso ad una femmina.
Lo schermo del mio pc si è illuminato, qualcuno mi aveva contattata su msn. Dem è scattato, prima mi ha tirato un'occhiataccia e poi ha fatto per alzarsi e andare a vedere chi era.
Detesto il fatto che debba farsi gli affari miei. Odio il suo essere così possessivo nonostante io non sia la sua ragazza.
Si è alzato ed io l'ho afferrato per il nastro che aveva dietro alla schiena, tirandolo con una violenza tale che un piercing si è strappato dalla carne, producendo un rumore sordo, e facendo schizzare del sangue sulla mia mano. Ho mollato immediatamente la presa e Demetri ha urlato dal dolore.
« Cazzo... »
« CAZZO, MA SEI CRETINA? »
Mi sono alzata e gli sono andata vicino, controllando il danno dietro alla schiena. Dem ha iniziato a piangere dal dolore.
« DANNAZIONE! » ha urlato. E ancora « STRONZA! »
« PIANTALA DI FARTI GLI AFFARI MIEI! » gli ho gridato io. Dem non ha risposto, si è solo inginocchiato a terra mentre il sangue gli macchiava la pelle e piano piano gli stava raggiungendo anche l'orlo dei boxer.
« Vado a prendere del disinfettante. » ho detto, andando nel bagno a prendere tutto il necessario per disinfettarlo. Avevo paura gli servissero dei punti.

Mi stavo cambiando d'abito mentre Demetri si teneva ferma l'ovatta sulla ferita. Gli avevo ordinato di non guardarmi perché era una cosa che mi imbarazzava fin troppo, ma naturalmente non mi aveva dato ascolto. Ero rimasta solo col completo intimo quando lui mi ha detto di avvicinarmi e controllare che la ferita non sanguinasse più. Ha sollevato l'ovatta e mi ha fatto vedere la ferita, che sebbene fosse pulita, continuava a sanguinare.
« Sanguina ancora. » gli ho detto.
« Inginocchiati. »
Non avevo capito.
« Cosa? »
« Ho detto: inginocchiati. »
« Perchè mai? »
« Fallo e basta. »
Mi sono inginocchiata quando Dem ha avvicinato la sua ferita alla mia bocca. Storcendo il braccio, ha infilato una mano tra i miei capelli e mi ha detto di leccargli la ferita.
Sembrava qualcosa di terribilmente sconcio, invece lo stava facendo per me, approfittando della situazione. Però il fatto che fossi seminuda mi faceva sembrare il tutto decisamente peccaminoso. Ad ogni modo l'ho fatto, e dopo Dem si è girato verso di me e mi ha guardata.
Strattonandomi, mi ha fatta prima alzare e poi mettere a cavalcioni sulle sue gambe. Poi mi ha baciata.
Non volevo che mi baciasse, ma sono rimasta zitta, senza dire nulla. Sentivo solo il rumore del nostro bacio.
« Non volevo che partissi senza che ti avessi salutata. »

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