domenica 20 marzo 2011

Il suo nome era D.

Non riesco a ricordare un momento in cui ho trovato Demetri attraente, eccetto stamattina. Con la sua maglietta nera, le sue maniche arrotolate sopra al gomito. I suoi capelli per una volta non perfetti.
Era lì, fermo vicino al frigorifero. Mi guardava le gambe mentre preparavo il té alla menta.
« Mi dispiace che i tuoi non siano in casa » mi fa « Avrei voluto salutare tua madre, non la vedo da un pezzo. »
« Mh! » ho mugugnato io « Se vuoi te la saluto. »
« Sarebbe gentile. »
Non nascondo che avevo un freddo boia. Avevo addosso solo la t-shirt.
« Vuoi del the? »
Demetri annuisce, si siede a tavola, io mi siedo sul tavolo, dandogli le spalle.
« Il the è lì. Se vuoi, prendilo. »
Si dirige verso la sua tazza con l'acqua calda, prende la bustina di the alla menta e si prepara il the.
Si volta a guardarmi dopo un paio di minuti, e sorseggia.
Gli sorrido.
« Come stai? » mi chiede.
« Carica. Sto meglio, decisamente. »
« Mi fa piacere sentirtelo dire. »
Si avvicina a me e mi abbraccia. Mi cade il the sulla gamba, scottandomela.
« Cazzo! »
« Uh, che sbadato. Ti sei fatta male? »
« Essì che mi sono fatta male! Ora mi viene l'orticaria, stronzo! »
Demetri prende un tovagliolo e mi asciuga. « Orticaria? » ripete.
« Sì, ho la pelle delicata! » rispondo.
« Ah. Scusami, non volevo. »
Mi tocca la gamba, ha le mani gelide e rabbrividisco.
Scendo dal tavolo, mi aggiusto le mutandine. Indietreggio di qualche passo e ghigno.



« Demio... Tu sei qui per scoparmi, vero? »

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